Associazione Nazionale Alpini
Il gruppo alpini di Caddo fa parte dell'Associazione Nazionale Alpini (A.N.A.), sezione di Domodossola. Con oltre 350000 soci iscritti sparsi in tutto il mondo, l'A.N.A. è infatti organizzata in 81 sezioni in Italia e 30 sezioni all'estero ( più 6 gruppi autonomi: quattro in Canada due in Colombia). Alle Sezioni fanno capo 4.409 Gruppi uno dei quali è appunto il nostro.
L'A.N.A. venne costituita a Milano nel 1919 da parte di un gruppo di reduci della prima guerra mondiale. E' una associazione apartitica e apolitica. E' fedele a sentimenti quali l’amor di Patria, l’amicizia, la solidarietà, il senso del dovere. Molteplici sono le iniziative sia in ambito nazionale e internazionale nelle quali l'associazione ha tenuto fede ad uno dei suoi motti principali: "ricordare i morti, aiutando i vivi". I volontari dell'A.N.A. sono intervenuti in molteplici situazioni dal Vajont (1963), al Friuli (1976/'77), dall’Irpinia (1980/81), alla Valtellina (1987), all’Armenia (1989), all’Albania a favore dei kosovari (1999), alla Valle d’Aosta (2000), al Molise (2002), nell'Abruzzo terremotato (2009 '10) e da ultimo in Emilia a favore dei terremotati. Tutto ciò grazie ad una efficientissima organizzazione della Protezione Civile A.N.A. che dal 1976 (anno del terremoto in Friuli) è chiamata ad operare ove ne venga richiesto l'intervento. Dal marzo 1994 l’Associazione dispone un ospedale da campo avioelitrasportabile, gioiello unico in Europa e forse nel mondo già impiegato più volte in occasione di pubbliche calamità (ultimo intervento in ordine di tempo è stato compiuto nello Sri Lanka dopo il devastante tsunami). L'associazione inoltre organizza manifestazioni sportive nazionali per le varie discipline tipicamente alpine e promuove manifestazioni culturali di carattere letterario e musicali attraverso i numerosi cori e fanfare. L'Alpino è il mensile associativo e viene inviato ai soci esclusivamente in abbonamento ed ha una diffusione di 380 mila copie. Ci sono inoltre altre 83 testate di sezione e 99 notiziari di gruppo. Esiste poi il sito ufficiale www.ana.it dal quale sono state tratte le informazioni di questa pagina e dove potrete approfondire maggiormente ogni dettaglio. L'appuntamento annuale, forse il più atteso dagli alpini di ogni età, è però l'adunata nazionale. Dal 1920, ogni mese mese di maggio infatti una delle sezioni organizza questa grande manifestazione che richiama alpini da ogni parte.
Anche alcuni nostri soci, capogruppo e segretario in testa, partecipano annualmente a questa vera e propria festa di popolo. Clicca su uno dei manifesti qui sotto per vedere l'elenco delle adunate svolte finora. |
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Alpini di Caddo in occasione di varie Adunate alpine. Due componenti del consiglio direttivo del gruppo suonano nelle fila della Fanfara Alpina Ossolana: il segretario Matteo Bragoni e il consigliere Stefano Vivarelli.
Le Truppe Alpine
Dalle origini alla II guerra mondiale
Costituiti, ad opera del capitano Giuseppe Perrucchetti, in Napoli con regio decreto legge del 15 ottobre 1872, gli Alpini sono il più antico corpo di fanteria da montagna attivo nel mondo, originariamente creato per proteggere i confini montani settentrionali dell'Italia con Francia, Impero austro-ungarico e Svizzera. Inizialmente vennero costituite 15 compagnie (la 10a di stanza a Domodossola) con reclutamento nelle valli alpine. Però, già nel 1888 gli Alpini furono inviati alla loro prima missione all'estero, in Africa, continente nel quale sono tornati più volte nella loro storia, per combattere le guerre coloniali del Regno d'Italia.
Al 24 maggio 1915 l'Esercito Permanente comprendeva 8 reggimenti alpini con 26 battaglioni (79 compagnie), la Milizia Mobile 38 compagnie e la Milizia Territoriale 26 battaglioni con 62 compagnie. I battaglioni attivi erano contraddistinti da nomi di città dell'arco alpino, quelli territoriali da nomi di valli. Le unità di Milizia Mobile furono aumentate e costituirono battaglioni contraddistinti da nomi di monti. L'artiglieria da montagna contava 13 gruppi con 39 batterie, più 11 autonome mobilitate da reggimenti da campagna.
Nella prima guerra mondiale parteciparono alle più cruente battaglie, come quella dell'Ortigara con la conquista dell'omonimo monte, la disfatta di Caporetto, fino alla resistenza sul monte Grappa e la controffensiva finale del generale Armando Diaz, che portò alla vittoria dell'ottobre 1918. Gli Alpini furono i protagonisti di un conflitto che si combatté quasi interamente sulle Alpi, e su tutti i fronti, dai ghiacciai dell'Adamello alle crode dolomitiche, dal Carso al monte Grappa, dagli Altipiani al Piave, dimostrando il loro valore.
La seconda guerra mondiale vide gli alpini impegnati inizialmente sul confine francese durante la battaglia delle Alpi Occidentali del giugno 1940, dove quattro divisioni Alpine erano schierate in zona di guerra.
Nell'ottobre dello stesso anno le divisioni Cuneense, Tridentina, Pusteria e la Alpi Graie furono spostate sul fronte greco-albanese dove era già presente la Julia, che fu anche la prima a compiere azioni di guerra nel settore. Nel 1942 per decisione di Mussolini e dell'alto comando fu la volta della Russia. Venne infatti potenziato il corpo di spedizione inviato sul fronte orientale costituendo la cosiddetta Armata italiana in Russia (ARMIR) forte di oltre 200.000 uomini; tra questi, 57.000 costituivano il Corpo d'Armata alpino. Dopo un primo periodo di relativa tranquillità, nel 1943 l'Armata Rossa sferrò la poderosa offensiva che sbaragliò le truppe ungheresi e tedesche schierate sui fianchi del corpo alpino che quindi venne rapidamente circondato dalle colonne corazzate nemiche costringendo alla resa gli alpini della Julia e della Cuneense . I superstiti della Divisione Tridentina solo dopo una serie di disperati combattimenti, tra cui il più noto è la battaglia di Nikolaevka, riuscirono a conquistare il paese e uscire dalla "sacca".
Al 24 maggio 1915 l'Esercito Permanente comprendeva 8 reggimenti alpini con 26 battaglioni (79 compagnie), la Milizia Mobile 38 compagnie e la Milizia Territoriale 26 battaglioni con 62 compagnie. I battaglioni attivi erano contraddistinti da nomi di città dell'arco alpino, quelli territoriali da nomi di valli. Le unità di Milizia Mobile furono aumentate e costituirono battaglioni contraddistinti da nomi di monti. L'artiglieria da montagna contava 13 gruppi con 39 batterie, più 11 autonome mobilitate da reggimenti da campagna.
Nella prima guerra mondiale parteciparono alle più cruente battaglie, come quella dell'Ortigara con la conquista dell'omonimo monte, la disfatta di Caporetto, fino alla resistenza sul monte Grappa e la controffensiva finale del generale Armando Diaz, che portò alla vittoria dell'ottobre 1918. Gli Alpini furono i protagonisti di un conflitto che si combatté quasi interamente sulle Alpi, e su tutti i fronti, dai ghiacciai dell'Adamello alle crode dolomitiche, dal Carso al monte Grappa, dagli Altipiani al Piave, dimostrando il loro valore.
La seconda guerra mondiale vide gli alpini impegnati inizialmente sul confine francese durante la battaglia delle Alpi Occidentali del giugno 1940, dove quattro divisioni Alpine erano schierate in zona di guerra.
Nell'ottobre dello stesso anno le divisioni Cuneense, Tridentina, Pusteria e la Alpi Graie furono spostate sul fronte greco-albanese dove era già presente la Julia, che fu anche la prima a compiere azioni di guerra nel settore. Nel 1942 per decisione di Mussolini e dell'alto comando fu la volta della Russia. Venne infatti potenziato il corpo di spedizione inviato sul fronte orientale costituendo la cosiddetta Armata italiana in Russia (ARMIR) forte di oltre 200.000 uomini; tra questi, 57.000 costituivano il Corpo d'Armata alpino. Dopo un primo periodo di relativa tranquillità, nel 1943 l'Armata Rossa sferrò la poderosa offensiva che sbaragliò le truppe ungheresi e tedesche schierate sui fianchi del corpo alpino che quindi venne rapidamente circondato dalle colonne corazzate nemiche costringendo alla resa gli alpini della Julia e della Cuneense . I superstiti della Divisione Tridentina solo dopo una serie di disperati combattimenti, tra cui il più noto è la battaglia di Nikolaevka, riuscirono a conquistare il paese e uscire dalla "sacca".
Nel dopoguerra
Verso la metà degli anni cinquanta le truppe Alpine furono quindi portate a cinque brigate:
- "Taurinense", di stanza in Piemonte con il comando a Torino ed i reparti in val Chisone, val Susa e nel Cuneese; bacino di reclutamento in Piemonte, Valle d'Aosta, Piacentino e nelle zone appenniniche della Liguria e della Toscana;
- "Orobica", di stanza nell'Alto Adige occidentale, con il comando a Merano ed i reparti in val Venosta e valle Isarco; bacino di reclutamento in Lombardia;
- "Tridentina", di stanza in Alto Adige orientale, con il comando a Bressanone ed i reparti in val Pusteria e valle Isarco; bacino di reclutamento in Trentino-Alto Adige e nella provincia di Verona;
- "Cadore", di stanza in Veneto con il comando a Belluno ed i reparti nel Cadore; bacino di reclutamento nelle province di Belluno e di Vicenza e nelle zone appenniniche dell'Emilia-Romagna centro-orientale;
- "Julia", di stanza in Friuli con il comando a Udine ed i reparti in Carnia (un battaglione, "L'Aquila" distaccato in Abruzzo); bacino di reclutamento nella provincia di Treviso, in Friuli-Venezia Giulia, in Abruzzo e nella provincia di Isernia.
Nei primi anni novanta, con il venire meno della minaccia sovietica, venne avviato il processo di ristrutturazione dell'esercito, che comportò per le truppe alpine la soppressione di gloriosi reparti, tra i quali anche le Brigate Orobica e Cadore e degli Alpini d'Arresto. Nel 1997 il IV Corpo d'Armata alpino fu riorganizzato nel Comando truppe alpine formato da tre Brigate (Taurinense, Tridentina e Julia), che divennero due nel 2002 in seguito alla soppressione della seconda.
Truppe Alpine oggi
Attualmente al Comando truppe alpine fanno capo la Brigata Taurinense, la Brigata Julia e il Centro Addestramento Alpino di Aosta, il Reparto Comando e Supporti Tattici "Tridentina" e
il 4° Reggimento Alpini Paracadutisti "Monte Cervino".
Sito ufficiale www.truppealpine.eu